IL MOLINO “LO MONACO” IOZZINO
Alla fine del 1600 il Monastero di San Nicola dei Miri commissiona l’edificazione di un mulino lungo il torrente Vernotico (oggi “Valle dei Mulini”), che viene successivamente denominato “molino delle monache”, da qui “Molino Lo Monaco”
3 luglio 1703 il mulino “Lo Monaco”viene concesso in locazione e, poi, venduto all'imprenditore Giambattista Di Nola, futuro suocero di Marcantonio Iozzino


2 settembre 1797 il mulino viene ereditato da Serafina Di Nola e dal marito Marcantonio Iozzino che, insieme ai loro quattro figli Ferdinando, Luigi, Carlo ed Antonio, avviano l'attività di produzione della pasta
7 aprile 1840 Tommaso Iozzino, figlio di Ferdinando Iozzino, riacquista per 400 ducati le quote del mulino “Lo Monaco” precedentemente vendute dagli zii, diventandone proprietario insieme al padre Ferdinando ed allo zio Carlo
Nel 1846 Tommaso Iozzino avvia il proprio opificio per la produzione di pasta secca artigianale in Via San Marco, in quella che era la “via della pasta” (oggi Via Roma)
1 luglio 1851 Tommaso Iozzino eredita le quote del mulino “Lo Monaco” dal padre Ferdinando e dallo zio Carlo divenendone unico proprietario, successivamente lo vende per 5900 ducati, continuando però a produrre pasta in Via San Marco insieme al figlio Ferdinando
18 luglio 1907 Tommaso Iozzino avvia un’attività imprenditoriale nel settore della frutta secca in Piazza Paride Del Pozzo, attività poi proseguita dal nipote Tommaso Zenone Iozzino, figlio di suo fratello Emilio

Il pastificio "La Gragnanese"
1920 circa Ferdinando Iozzino costituisce una società con altri due imprenditori gragnanesi trasferendo lo storico pastificio da Via San Marco in Via Santa Caterina, l’azienda viene chiamata “Pastificio La Gragnanese” e resterà in attività per circa dieci anni
7 giugno 2018 i fratelli Tommaso e Domenico Iozzino, imprenditori nel settore della frutta secca da quattro generazioni, riprendono l’attività di produzione di pasta secca artigianale iniziata circa due secoli prima dalla loro famiglia
“Le specialità della casa erano: Mezzani, Vermicelli, Zita, Occhi di Elefante, Maccaroncelli, Lingue di Passero, Fusilli fatti a mano ecc.
La ditta spediva in Italia e in tutto il mondo.
Nell’androne del pastificio c’era un disegno dipinto a colori di una bandiera con una colomba.
Ogni sabato davanti al pastificio c’era una vestale che alimentava la fiamma sotto ad una caldaia dove si bollivano spaghetti. Un maccaronaro, appena cotti, offriva in piatti quei maccheroni fumanti con sopra una manciata di formaggio locale alla calca forestiera che veniva a Gragnano a comprare la pasta.”
